LA CAMERA CORRE: PIU’ PRECARI E FUORI QUELLI ATTUALI

  1. Accelerare per dare il colpo mortale all’Università
  2. Come impedire la riproduzione del precariato
  3. Come contrastare la cooptazione personale
  4. Interessante Manifesto di un gruppo di precari
  5. Dal Congresso nazionale dell’ANDU

         La Commissione Cultura della Camera ha cominciato la discussione e la votazione del Testo unificato relativo a Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, nonché di dottorato e assegni di ricerca”.

         La Commissione ha già emendato e approvato i primi quattro articoli (1. Oggetto della legge, 2. Borse di ricerca, 3. Dottorato di ricerca, 4. Assegni di ricerca).

         Per leggere gli emendamenti approvati cliccare qui (v. in fondo l’allegato 10).

         La discussione e la votazione dei rimanenti tre articoli (5. Ricercatori universitari, 6. Portale unico dei concorsi, 7. Norme transitorie e finali) sono previste per il 25, il 26 e il 27 maggio 2021.       

  1. Accelerare per dare il colpo finale all’Università

         Dopo avere ricevuto il ‘conforto’ di CRUI e CUN che hanno dichiarato di condividere l’impianto del provvedimento nell’Audizione esclusivamente riservata a questi Organismi (nota 1), la Commissione Cultura della Camera si è lanciata nell’approvazione di una legge che:

  1. Non prevede nessuno sbocco in ruolo per gli attuali oltre 60.000 precari che svolgono, spesso da tanti anni, una attività indispensabile per lo svolgimento delle attività didattiche e di ricerca. Infatti non si prevede il bando di almeno 25.000 posti di ruolo (nella seconda o nella terza fascia di professore), in 4-5 anni; posti necessari per recuperare la perdita voluta dei docenti di ruolo dal 2008 e per dare finalmente una – pur parziale – possibilità di stabilizzazione agli attuali precari, che, a domanda, andrebbero prorogati fino all’espletamento dei concorsi. È assolutamente necessario impedire l’espulsione degli attuali precari ed è anche necessario che non rimangano precari a vita.
  2. Prevede le borse di studio post-laurea e pre-dottorato che diventeranno uno strumento per il reclutamento/sfruttamento di massa di giovani precari (manovalanza a basso costo), un serbatoio dal quale poi estrarre – a discrezione del ‘maestro’ – chi è meritevole di un dottorato.
  3. Mantiene gli assegni di ricerca che continueranno ad essere una fascia di precariato ‘per eccellenza’, che, anche nel nome, nulla ha a che fare con un vero pre-ruolo. Il Presidente del CUN ritiene invece che l’assegno di ricerca sia “ancora formazione” (nota 2).
  4. Prevede, con l’emendamento approvato (borse di studio fino a 36 mesi), un percorso che può arrivare fino a 17 anni prima di un’eventuale immissione in ruolo: borsa di ricerca, dottorato, assegno di ricerca, ricercatore universitario.

Nota 1. Sul ruolo della CRUI e del CUN v. il documento “Università. Autonomia o CRUI. Il CUN”. Inoltre v. “Il devastante progetto dei Rettori” nel documento “I Rettori contro il Sistema universitario”.

Nota 2 V. l’intervento del Presidente del CUN in occasione della interessante iniziativa della FLC-CGIL del 14 maggio 2021 sul tema “Eliminare il precariato” che ha visto confrontarsi con i ricercatori precari Francesco Sinopoli, Segretario generale FLC CGIL, il Prof. Antonio Vicino, Presidente del CUN, l’on. Alessandro Melicchio (M5S), l’on. Antonio Viscomi (PD), il sen. Francesco Verducci (PD). L’intervento del Presidente del CUN, a nome di tutto il CUN, comincia al minuto 34.20 del video dell’iniziativa.

  1. Come impedire la riproduzione del precariato

      Per impedire la riproduzione di un nuovo precariato occorrerebbe prevedere l’abolizione di OGNI figura precaria e l’introduzione di una sola figura per il pre-ruolo che duri non più di 3 anni, con autonomia (anche finanziaria) di ricerca e con retribuzione e diritti (anche di rappresentanza) adeguati. E per impedire all’Accademia di trasformare anche questa figura in una massa di nuovi precari, è indispensabile prevedere contestualmente che il numero di coloro che accederanno al pre-ruolo sia rapportato agli sbocchi nel ruolo di professore.

  1. Come contrastare la cooptazione personale

      Nel provvedimento in votazione si prevede il mantenimento, a tutti i livelli, di commissioni e modalità concorsuali locali. In particolare, per i concorsi a “Ricercatore universitario” non viene esclusa la presenza di commissari appartenenti all’ateneo direttamente interessato e, per l’eventuale successivo passaggio ad associato, si prevede il possesso dell’ASN.

      Sembra non ci si voglia arrendersi all’evidenza: può bastare la presenza in una qualsiasi commissione anche di un solo commissario interno all’Ateneo interessato per rendere locale e finto il concorso, attivando la cooptazione/arbitrio personale. Una cooptazione ‘coperta’ dalla foglia di fico dell’ASN, una sorta di concorso senza posti.

      Ribadiamo che la ASN è stata concepita per ‘normalizzare’ la ricerca, imponendo di fatto modalità e argomenti della ricerca stessa e per questo essa va abolita e non ‘aggiustata’, come invece chiedono coloro che non vogliono rinunciare ai finti concorsi locali.

  1. Interessante Manifesto di un gruppo di precari

      Si segnala un interessante Manifesto per l’Università elaborato da un gruppo di precari. Il Manifesto affronta i seguenti temi: Didattica e democrazia nell’Università, L’insostenibile precarietà del lavoro di ricerca, Ricerca e valutazione.

      Per un Confronto su queste questioni è stata indetta un’Assemblea su Zoom (ID Meeting: 833 4126 6154) per martedì 25 maggio 2021 alle ore 18.

  1. Dal Congresso nazionale dell’ANDU

         Il 22 maggio 2021 si è tenuto il Congresso nazionale dell’ANDU.

         Il Congresso ha discusso e confermato il documento/piattaforma Come ricostruire l’Università tutta”.

         Il Congresso ha ratificato gli ultimi bilanci sociali e ha approvato il nuovo Statuto dell’Associazione.

         Infine è stato costituito il nuovo Direttivo nazionale (Alessandra Ciattini, Fiammetta Conforto, Andrea Capotorti, Mauro Federico, Mariella Foti, Giorgio Mancini, Nunzio Miraglia, Paola Mura, Maurizio Pinna, Marco A. Pirrone, Lucina Speciale) e il nuovo Collegio dei revisori dei conti (Cinzia Cerroni, Anna Lorenzini, Carmela Rizzo).

          Il Direttivo ha quindi eletto l’Esecutivo nazionale: Andrea Capotorti, Mauro Federico (segretario), Nunzio Miraglia (coordinatore nazionale).

== La storia della devastazione dell’Università può essere approfondita in questo sito utilizzando la “ricerca avanzata”, in alto a sinistra.

== Con la recente aggiunta nel sito dell’ANDU di tutte le Agenzie mensili di “Università Democratica” (dal settembre 1984 all’ottobre 1999) è ora più ampiamente documentata sia l’opera di demolizione dell’Università condotta da oltre 40 anni, sia l’opposizione portata avanti da oltre 40 anni prima dal movimento dei precari, poi da quello dei ricercatori e quindi dall’ANDU.

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