Catania

= 29 novembre. Lettera Rettore UNICT ai Rettori su Statuti. Lo Statuto è stato emanato ieri.

= 8 marzo 2011. Oggi si è tenuta la riunione degli iscritti all’ANDU che ha eletto la Coordinatrice (Anna Maria Panico) e l’Esecutivo (Vera Cardile, Anna Maria Panico e Marcella Renis) di Ateneo e i delegati (Vera Cardile e Anna Maria Panico) al prossimo Congresso nazionale.

 = 8 marzo 2011. Alle ore 13 a Farmacia (Cittadella universitaria) Assemblea dei docenti. V. locandina.

= 2 febbraio 2011. 

– Il Coordinamento unico di Ateneo aveva scritto:
“Riteniamo che si debba procedere, come detto, ad una elezione dei componenti su base democratica oppure, come fatto da altri Atenei, che si possa chiedere alle strutture, alle aree ed alle componenti del nostro ateneo di indicare una rosa di nomi tra cui scegliere la commissione stessa secondo forme paritarie di rappresentanza di tutte le componenti docenti e con la presenza irrinunciabile della componenti non docenti.” (dal documento del Coordinamento)

– Invece il Rettore al Senato Accademico “ha presentato una lista di sei nomi non consentendo su di essa alcuna discussione”, ha proceduto “a scrutinio palese, ed ha chiesto a ciascuno dei componenti del Senato se approvava o non approvava l’intera lista proposta”. (dalla lettera di 4 Presidi).

= “Il coordinamento d’Ateneo. Tutte le componenti coinvolte in un’esperienza di condivisione con pochi precedenti in Italia”: pagina sulla Sicilia del 4 agosto 2010.

= Le proposte e le iniziative del Coordinamento Unico dell’Ateneo: documento del 27 luglio 2010.

= Costituzione del Coordinamento docenti-studenti dell’Ateneo catanese: documento.

= Comunicato Assemblea di Ateneo del 9 luglio 2010: contro DDL e Manovra finanziaria astesione dai compiti non obbligatori e coordinamento.

= Nuova Assemblea venerdi’ 9 luglio per nuove iniziative “per impedire l’imminente conversione in legge sia del DDL sulla riforma universitaria che confina ad una posizione sempre più marginale il ruolo della ricerca, sia del decreto correttivo di finanza pubblica che penalizza in modo permanente carriere e livelli retributivi e pensionistici dei docenti universitari.”

= Lettera gli studenti.

= L’1 luglio alle 17 Assemblea d’Ateneo dei Docenti Universitari della Università di Catania:

“In ottemperanza alle iniziative promosse congiuntamente dalle Organizzazioni sindacali della docenza universitaria, come riportato nel comunicato allegato, è convocata l’Assemblea generale dei Docenti dell’Ateneo di Catania presso l’Aula Magna del Dipartimento di Fisica ed Astronomia sito alla Cittadella Universitaria, Via S. Sofia, 64 alle ore 17.00 di Giovedì 01.07.2010 con all’ordine del giorno.
– Iniquità e disparità di trattamento rispetto alle categorie non contrattualizzate dello Stato dei docenti universitari con gravi ripercussioni sulla carriera giuridica ed economica,trattamento pensionistico incluso, di tutte le fasce docenti.
– Iniziative di contrasto a sostegno della richiesta di modifiche delle ingiuste penalizzazioni contemplate dalla manovra finanziaria.”

= Protesta a Scienze contro il DDL e la Manovra finanziaria. Articolo sulla Sicilia.

= Documento dei ricercatori (18.5.10).

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Graziano
Graziano
14 anni fa

L’ASSEMBLEA
DELL’ATENEO
DI
CATANIA,
RIUNITASI
IL
GIORNO
20
SETTEMBRE
2010
NELL’AULA
MAGNA
DEL
DIPARTIMENTO
DI
FISICA
E
ASTRONOMIA,
CONDANNA
ASPRAMENTE
I
TAGLI
INDISCRIMINATI
ALL’FFO
E
RIBADISCE
QUANTO
GIA’
DICHIARATO
NEL
DOCUMENTO
DEL
COORDINAMENTO
UNICO
DI
ATENEO,
OVVERO:

che
non
si
può
parlare
di
formazione
di
qualità
in
assenza
di
un
piano
di
investimento
di
livello
europeo;

che
è
necessario
opporsi
con
forza
allo
smantellamento
dell’Università
pubblica
statale
e
del
sistema
di
tutela
del
Diritto
allo
Studio,
che
colpisce
con
l’aumento
delle
tasse
e
i
numeri
chiusi
in
particolare
gli
studenti,
le
famiglie,
il
futuro
del
nostro
paese;

che
l’azione
del
Governo
colpisce
in
modo
mirato,
tra
tutti
i
lavoratori
dell’Università,
i
più
giovani
in
ruolo
ed
i
precari,
cancellando
le
opportunità
di
accesso
ai
ruoli
e
di
progressione
di
carriera;

che
il
contenuto
del
DDL
1905
sulla
riforma
universitaria
è
inaccettabile,
sia
per
l’indecoroso
trattamento
riservato
a
tutte
le
componenti
universitarie
sia
per
le
deleterie
determinazioni
relative
alla
governance
degli
Atenei;

che
tale
disegno
mortifica
finanziariamente
e
professionalmente
il
professore
universitario,
unico
dipendente
pubblico
non
contrattualizzato,
che
risentirà
degli
effetti
della
riduzione
stipendiale
per
tutto
l’arco
della
sua
vita
lavorativa
e
nel
trattamento
pensionistico;
L’ASSEMBLEA
DUNQUE,
PRESO
ATTO
CHE

le
richieste
avanzate
dal
Senato
Accademico
nel
documento
del
12/07/10,
e
condivise
dal
Coordinamento
Unico
di
Ateneo,
non
sono
state
accolte
dalla
versione
del
DDL
1905
approvata
dal
Senato
il
29
luglio
scorso;

il
DDL
1905
è
attualmente
in
discussione
alla
Camera
e
se
ne
prevede
l’approvazione,
in
una
forma
pressochè
immodificata
rispetto
al
Senato,
entro
la
prima
metà
di
ottobre;

l’indisponibilità
alla
didattica
non
obbligatoria
per
legge
del
32%
dei
ricercatori
del
nostro
Ateneo,
e
la
conferma
da
parte
di
numerosi
docenti
di
prima
e
seconda
fascia
dell’intenzione
di
non
ricoprire
gli
incarichi
lasciati
dai
ricercatori,
determinerà
la
scopertura
di
almeno
365
corsi
di
insegnamento
su
otto
Facoltà
con
conseguenti
notevoli
ripersussioni
sull’organizzazione
dell’offerta
formativa
del
prossimo
A.A.2010-­‐2011,
con
grave
ulteriore
danno
per
l’immagine
dell’Università
presso
l’opinione
pubblica
e
con
possibili
gravi
disagi
per
gli
studenti;

la
protesta
di
studenti,
ricercatori
(precari
e
strutturati)
e
docenti
a
livello
nazionale
sta
di
fatto
provocando
in
questi
giorni
il
rinvio
dell’Anno
Accademico
in
numerosi
atenei
italiani;

graziano
graziano
14 anni fa

Ateneo
Mozione sul Ddl 1905
Approvato all’unanimità dal Senato Accademico dell’Università di Catania – ordine del giorno aggiunto della seduta di lunedì 12 luglio 2010

12 luglio 2010

DOCUMENTO sul DDL 1905

Il Senato Accademico dell’Università di Catania, nell’adunanza del 12 luglio 2010

– PRENDE ATTO che in molte Facoltà dell’Ateneo molti ricercatori hanno dichiarato – in attesa di significativi cambiamenti del Ddl 1905 – la propria indisponibilità ad assumere per affidamento compiti di didattica frontale nell’A.A. 2010-11;
– GIUDICA positivamente alcuni emendamenti al testo originale proposti dalla Commissione Cultura del Senato;
– RITIENE ESSENZIALE che ulteriori cambiamenti vengano introdotti nel corso dell’iter parlamentare.

Il Senato, infatti, CONSIDERANDO:
. l’importanza e il ruolo cruciale che riveste la ricerca scientifica e tecnologica per lo sviluppo e la crescita del paese, soprattutto in momenti di crisi economica,
. che in Italia la ricerca scientifica ha luogo prevalentemente all’interno delle università e degli enti di ricerca pubblici,
. ricordando l’alto livello internazionale raggiunto in molti settori dalla ricerca italiana nonostante la continua e distruttiva diminuzione delle risorse e lo scarso ricambio di personale,
. che lo Statuto dell’Ateneo di Catania già considera la posizione dei ricercatori a tutti gli effetti equivalente al ruolo di docente universitario,
. che, nell’Ateneo catanese, molti ricercatori hanno un curriculum prestigioso, un profilo scientifico non di giovani leve in formazione, ma di scienziati affermati a livello internazionale,

RITIENE che, difficilmente, si potranno mantenere standard di eccellenza, se si creano, di fatto, situazioni di instabilità giuridica dei Ricercatori, che, inevitabilmente, verrebbero spinti (e proprio i più brillanti di loro) ad andare all’estero, compromettendo il ricambio generazionale reso gravissimo dall’elevato numero di pensionamenti anticipati;

RITIENE che i ricercatori universitari a tempo indeterminato, con una presenza pari a circa il 40% – e in due/tre anni del 50% – del personale dedito alla ricerca e alla formazione, hanno avuto e hanno un ruolo essenziale nello svolgimento di tutte le funzioni istituzionali delle università, garantendo, nei fatti, agli Atenei la possibilità di realizzare una formazione qualificata;

EVIDENZIA che la non regolarità formale e sostanziale di continuare ad utilizzare i ricercatori a tempo indeterminato per le attività didattiche ufficiali, senza riconoscere loro il diritto reale a farlo, sta determinando un disimpegno generalizzato degli stessi (e non solo) dallo svolgimento delle attività didattiche non obbligatorie per legge, e di fatto impedendo l’organizzazione dell’offerta formativa del prossimo A.A., con grave ulteriore danno per l’immagine dell’Università presso l’opinione pubblica e con possibili gravi disagi per gli studenti.

Il Senato Accademico pertanto:

RITIENE NECESSARIO che, nel rispetto degli esclusivi criteri di merito che il legislatore vorrà individuare, vengano previsti programmi e procedure, credibili e con tempi certi e risorse adeguate, che permettano di gestire il sistema universitario con efficienza ed efficacia nel periodo di transizione tra vecchio e nuovo ruolo dei ricercatori e tali da consentire ai ricercatori a tempo indeterminato di vedere valutato nella fase di passaggio a professore associato, con serietà e riconosciuto con chiarezza il loro impegno didattico e scientifico;

RITIENE AUSPICABILE individuare specifiche misure destinate agli attuali ricercatori a tempo indeterminato, che prevedano la chiamata diretta di un congruo numero di essi alla fascia superiore (Professore Associato) dopo aver ottenuto l’idoneità nazionale, entro i prossimi sei anni, cioè prima che si concluda il percorso formativo dei ricercatori a tempo determinato;

ESPRIME PIENA CONVINZIONE sull’urgenza di definire comunque uno stato giuridico dei ricercatori universitari a tempo indeterminato che, riconoscendo agli stessi i ruoli che effettivamente svolgono e svolgeranno all’interno delle facoltà, sancisca un conveniente equilibrio nell’impegno tra le attività didattiche e quelle della ricerca scientifica e permetta così di superare l’ingiustificato contrasto tra diritti reali e doveri sostanziali che da anni caratterizza questo ruolo universitario;

AUSPICA, per la nuova figura di ricercatore a tempo determinato, un reale chiaro percorso che preveda, dopo il conseguimento di un’idoneità nazionale alla docenza, l’obbligo dell’ateneo di provvedere ad un inserimento in ruolo, onde evitare la costituzione di una nuova forma di precariato che si andrebbero ad unire a quella di Assegnisti, Borsisti e Professori a Contratto.

Per quanto attiene alla governance dell’Ateneo, se è da considerarsi irrinunciabile l’obiettivo di una semplificazione e di una chiarificazione dei rapporti tra gli organi centrali e periferici, il Senato Accademico: SOTTOLINEA che il perseguimento di questo obiettivo non può andare a scapito del principio che l’Università è una comunità di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo che si deve, in un paese democratico, autogovernare. Il necessario collegamento con l’autorità politica, le altre Istituzioni nel territorio e la Società, deve essere assicurato esclusivamente da scelte programmatiche trasparenti e che pongono con chiarezza gli obiettivi, da valutare ex post, ma anche Criteri certi di valutazione a priori della Qualità del processo.

In particolare, il Senato è dell’opinione che contrastano con il principio dell’autonomia:
. La previsione che il Rettore possa essere estraneo all’Università che è chiamato a reggere;
. Il permanente squilibrio, nel Ddl emendato, del rapporto tra Senato Accademico e Consiglio d’amministrazione, a danno del primo, cui viene affidato sostanzialmente solo una funzione consultiva di formazione di pareri e proposte, anche in ordine alle funzioni più proprie dell’Università, quali la definizione dell’offerta formativa (attivazione e disattivazione dei corsi) e la pianificazione dell’attività di ricerca;
. La composizione stessa dei Senati Accademici, che non può non prevedere fra i componenti i presidenti delle strutture intermedie;
. La previsione che il Consiglio d’amministrazione possa essere presieduto da un soggetto diverso dal Rettore, necessariamente estraneo all’Università;
. La previsione che un rilevante numero di componenti del Consiglio d’Amministrazione debbano essere esterni all’Università.

Il Senato non può non sottolineare infine come il mancato accoglimento di queste richieste possa generare dinamiche complesse che potrebbero precludere la sostenibilità dell’offerta formativa per i prossimi anni accademici, il reale funzionamento del sistema e la sua capacità di contribuire alla crescita sociale ed economica del paese e delle regioni.

Chiede pertanto al Magnifico Rettore di esprimere con forza in tutte le sedi istituzionali i contenuti del presente documento, dando anche rilevanza mediatica nelle sedi e forme che riterrà più opportune ed efficaci.

Graziano
Graziano
14 anni fa

Disegno di Legge 1905/2009
Mozione approvata dal Consiglio della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali
dell’Università degli Studi di Catania nella seduta del 3 giugno 2010.
————————————————————
Il Consiglio della Facoltà di Scienze MM. FF. e NN. esaminato il D.L 1905/2009 iguardante la riforma dell’università e l’insieme delle norme e decreti attualmente allo studio cfr. 160), rileva che il provvedimento:
r(‐ non contiene alcun progetto di sviluppo, che permetterebbe di avvicinarsi agli obiettivi fissati per l’università e la ricerca dai ministri europei dell’educazione nell’incontro di Lisbona. Anzi, sprime la volontà di un progressivo strangolamento delle università, mediante il blocco o ddirittura il decremento delle risorse finanziarie assegnate.
ea‐ Introduce un sistema di “governance” che cancella la democrazia e l’autonomia delle università. Basti osservare che tutti i più importanti momenti decisionali vengono affidati al consiglio di amministrazione, che è formato da 11 componenti, dei quali soltanto il rettore ed i rappresentanti degli studenti vengono eletti. Gli altri sono “designati o scelti” e di essi almeno tre on devono appartenere ai ruoli dell’ateneo. Il senato accademico esprime solo proposte e areri.
np‐ Pone i presupposti normativi per una pesante ingerenza dei privati e dei partiti nella programmazione delle attività di ricerca e di didattica da svolgere nelle università. Oltre quelli su ccennati, relativi alla “governance”, notiamo ad esempio l’introduzione dell’accreditamento dei ollegi universitari, “anche ai fini della concessione del finanziamento statale”.
acPropone un sistema aziendalistico di gestione dell’università che non si armonizza con le sue nalità: promozione dello sviluppo, culturale, sociale e non solo economico del Paese.
‐ fiAggiunge un ulteriore appesantimento al divario economico, strutturale e infrastrutturale già sistente fra università settentrionali e meridionali.
‐ e‐ Mina profondamente il diritto di tutti allo studio, sia mediante la prevedibile lievitazione dei costi che dovranno sopportare gli studenti per la loro frequenza all’università, sia mediante introduzione forzosa dei numeri programmati. Ancora una volta, la selezione verrà effettuata pparentemente sul merito, ma in effetti sul censo.
l’a‐ Produce, in accordo con la politica dei tagli economici generalizzati ed orizzontali, una insostenibile contrazione di tutto il personale docente, ricercatore, e tecnico amministrativo che, on grave danno per l’intero Paese, porta, quale ineluttabile conseguenza, alla contrazione ell’offerta formativa e dell’attività di ricerca, istituzionalmente demandate all’università.
cd‐ Introduce, attraverso una falsa idea della “produttività”, una sfrenata concorrenza fra docenti, facoltà, dipartimenti e sedi universitarie, che, finalizzata all’accaparramento delle scarse risorse esidue del sistema, risulta contraria allo spirito di collaborazione e libero confronto scientifico he produce il progresso di un Paese.
rc‐ Introduce un meccanismo di selezione dei docenti, che prevede una semplificazione del sistema, in quanto le figure di ruolo si riducono da tre a due, ma in realtà, in assenza di una programmazione di ampio respiro dei posti di ruolo e di tempi certi per l’ espletamento dei concorsi, si traduce in uno sfruttamento selvaggio dei giovani laureati, in una lotta fratricida tra ricercatori a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato e nella mancanza delle necessarie garanzie per le università di poter scegliere i docenti che meglio rispondono alle proprie dichiarate esigenze.
Il Consiglio di Facoltà, ribadendo le proprie determinazioni assunte il 27.11.2008 ed il 0.05.2010, ritiene che sia indispensabile da parte del Ministero:
2procedere ad una profonda revisione della logica e delle finalità del D.L. 1905/2009 e ell’insieme delle normative annunciate;
‐ dintrodurre un piano di sviluppo della ricerca e della didattica delle università, che, non a parole, a nei fatti, individui in esse il volano dello sviluppo economico, culturale e sociale del Paese;
‐ m‐ effettuare una programmazione pluriennale dei posti di ruolo, che porti l’Italia a raggiungere gli standard europei e che fissi tempi certi per lo svolgimento dei concorsi, con procedure che garantiscano gli obiettivi e le strategie dichiarate dalle diverse sedi universitarie e la partecipazione delle diverse componenti dei docenti alle commissioni. Il primo passo in questa direzione è, ovviamente, l’eliminazione dell’insensato blocco del “turnover”, che fortemente dequalifica l’Italia in campo internazionale;
‐ definire seri e condivisi parametri di valutazione delle attività scientifiche e didattiche delle università, che tengano conto non solo delle peculiarità dei diversi settori scientifico disciplinari, ma anche dei differenti ruoli che essi giocano nella società contemporanea.
In relazione a quanto sopra, il Consiglio di Facoltà invita il Rettore a farsi promotore in tutte le sedi di dibattito, e soprattutto all’interno della CRUI, delle proposte di modifica della riforma qui espresse. Il Consiglio inoltre, al fine di evidenziare il grave disagio in cui attualmente versa l’Università pubblica a seguito dei diversi provvedimenti subiti nell’ultimo decennio, e di sensibilizzare l’opinione pubblica alle gravi ripercussioni sociali indotte dal processo involutivo a cui essa sarà sottoposta a seguito dell’applicazione di quanto contenuto nella proposta ministeriale di riforma, invita i propri docenti (Ordinari, Associati e Ricercatori) ad astenersi dallo svolgimento, sia a titolo gratuito che a titolo retribuito, di incarichi didattici non obbligatori.

Graziano
Graziano
14 anni fa

eg collega albert ,occorre guardare avanti, cosi come è giusto che si riconosca il lavoro svolto dai precari , è altrettanto giusto che si riconosca il lavoro svolto da colleghi che per 30 anni sono al palo vedendo andare avanti i soliti nepotismi(figli,mogli,nipoti,allievi..)
il merito è presente basta vedere… il lavoro svolto…

Albert
Albert
14 anni fa

Tutti a chiedere ope legis, eh? E sempre solo per i già garantiti, ci mancherebbe.

Graziano
Graziano
14 anni fa

PIATTAFORMA PROPOSITIVA DEI RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI
CATANIA SUL DDL GELMINI DI RIFORMA DEL SISTEMA UNIVERSITARIO
La situazione attuale dei ricercatori universitari in Italia merita una riflessione profonda, non più
procrastinabile alla luce dello stato di avanzamento raggiunto dal Disegno di Legge Gelmini (n.
1905).
I ricercatori dell’Università di Catania ritengono che sia infatti necessaria una riforma complessiva
del sistema universitario che consenta di migliorare il livello qualitativo della ricerca scientifica e
della formazione negli Atenei italiani, compatibilmente con l’impegno straordinario richiesto dal
Governo al sistema universitario e considerata l’eccezionalità della contingente crisi economica su
scala mondiale. Tale sacrificio, tuttavia, non può e non deve ricadere principalmente sulle categorie
che quotidianamente contribuiscono a rendere possibile il perseguimento della mission
dell’Università italiana, a partire proprio dai ricercatori.
Con riferimento alle previsioni contenute nell’ultima versione del DdL in oggetto, licenziata in data
19/05/2010 dalla VII Commissione del Senato, i ricercatori dell’Università di Catania, dopo ampia
e circostanziata analisi, rilevano i seguenti punti di criticità:
– la previsione di un’abilitazione scientifica nazionale aperta, non correlata alle necessità degli
Atenei, potrebbe far crescere in breve tempo il numero degli “abilitati”, abbassando la
qualità media e penalizzando, in assenza di una valutazione comparativa, i candidati
migliori, offrendo in definitiva a tutti poche prospettive di ingresso nel sistema universitario
e nessuna garanzia di selezione che tenga conto dei meriti scientifici;
– la previsione di porre ad esaurimento la categoria dei ricercatori a tempo indeterminato
rappresenta certamente uno degli elementi più critici del DdL, foriero di conseguenze ad
oggi non prevedibili per l’intero sistema universitario. I ricercatori rappresentano circa il
40% del corpo docente nazionale (dati al 31/12/2008) e sono indispensabili per garantire gli
attuali livelli qualitativi e quantitativi dell’offerta formativa. È essenziale che, nell’ambito di
un profondo riordino del sistema universitario nazionale, queste attività vengano
riconosciute e valorizzate;
– l’introduzione dei ricercatori a tempo determinato e la procedura di reclutamento prevista
alla scadenza del secondo contratto presentano a loro volta alcune criticità. Innanzitutto,
nelle forme previste, la procedura della chiamata diretta a seguito del conseguimento
dell’abilitazione nazionale aperta potrebbe non garantire la qualità del reclutamento (non
essendo prevista una valutazione comparativa, il numero degli abilitati potrebbe essere
incontrollabile). Secondariamente, in assenza di una programmazione a priori delle risorse
necessarie, la “nuova” categoria dei ricercatori a tempo determinato rappresenterebbe presto
un’ulteriore sacca di personale non strutturato, senza concrete prospettive di carriera;
– il combinato disposto di messa ad esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato ed
introduzione dei ricercatori a tempo determinato ha obbligato il Legislatore a predisporre un
sistema di reclutamento complesso, che appare per certi versi poco comprensibile,
prevedendo percentuali massime e minime di promozioni interne per chiamata diretta e di
ingressi esterni, oltretutto con notevoli differenze tra il primo periodo transitorio di sei anni
e l’entrata a regime (dal settimo anno in poi);
– alcuni aspetti riguardanti la mobilità sono sicuramente condivisibili e necessari per il sistema
universitario nazionale, ma paiono inseriti in un contesto non chiaro e soprattutto in assenza
di adeguate risorse per favorire la mobilità stessa;
– l’eliminazione delle procedure di ricostruzione di carriera può paradossalmente rendere non
conveniente la progressione verticale nelle fasce della docenza.
Alla luce di tali considerazioni, si ritiene indifferibile una revisione della attuale versione del DdL
Gelmini, in modo da attenuare e – ove possibile – eliminare le sperequazioni tra gli attuali
ricercatori a tempo indeterminato e i “nuovi” ricercatori a tempo determinato, riconoscendo al
tempo stesso l’importanza e il fondamentale ruolo rivestito dai ricercatori nel sistema universitario
nazionale.
In tal senso, i ricercatori universitari di Catania firmatari del presente documento (vedi allegato A)
CHIEDONO
1. che ai ricercatori che hanno svolto attività con carico didattico assegnato sotto veste
giuridica alternativa (professori aggregati) venga riconosciuto il ruolo svolto, sia sotto il
profilo giuridico che economico;
2. che vengano stabiliti e garantiti criteri, tempi e risorse per permettere ai ricercatori
attualmente in organico di poter progredire nei ruoli della docenza, senza alcun tipo di
discriminazione rispetto a quanto previsto per le nuove figure di ricercatori a tempo
determinato;
3. il riconoscimento di una partecipazione attiva dei ricercatori universitari ai processi di
governance degli Atenei, in modo congruo a garantire il rispetto della proporzione
attualmente esistente tra gli stessi ed il totale del corpo docente;
4. il mantenimento delle procedure di ricostruzione di carriera;
5. la ripartizione delle risorse rese disponibili dal numero elevato di quiescenze e dimissioni di
professori di I e II fascia, secondo criteri che tengano conto prioritariamente delle
progressioni di carriera del personale docente in servizio e delle esigenze didattiche di
Facoltà e di Ateneo;
6. la definizione di un adeguato piano di finanziamento che consideri le reali necessità della
ricerca e della didattica negli Atenei pubblici e che sia in linea con gli altri Paesi dell’Unione
Europea.
Allo stesso modo, appaiono condivisibili e sostanzialmente in linea con la posizione assunta dalla
CRUI nella sua ultima mozione, approvata all’unanimità dall’Assemblea Generale del 27/05/2010,
che tra l’altro richiede:
– l’ulteriore ampliamento, con riguardo alle procedure di reclutamento e chiamata, in
particolare nei primi sei anni di applicazione, delle quote destinabili alle promozioni interne
e alle procedure di selezione rispetto ai posti da destinare ad esterni, ciò in linea con la
richiesta già fatta di un piano straordinario che consenta ogni anno la promozione di un
congruo numero (almeno 2000) di ricercatori a tempo indeterminato che abbiano ottenuto
l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato;
– la garanzia delle posizioni di tenure track ed il vincolo dell’avvio delle procedure di
chiamata nel caso di superamento dell’abilitazione scientifica nazionale;
– l’approfondimento delle soluzioni riguardanti gli attuali ricercatori a tempo indeterminato,
sia con riferimento alle loro possibilità di chiamata alle fasce superiori, sia garantendone
meglio le attività e il ruolo, accompagnando a questo fine la loro messa ad esaurimento
(inevitabile per l’instaurazione a regime del nuovo modello) con un pieno riconoscimento
della loro funzione docente, con la loro collocazione, a domanda, previa verifica dei requisiti
scientifici, nella posizione di professore aggregato.
I ricercatori dell’Università di Catania firmatari del presente documento (vedi allegato A)
RITENGONO OPPORTUNO
– che il Magnifico Rettore affronti gli argomenti sopra riportati nel corso dell’Assemblea di
Ateneo convocata per l’8 giugno 2010;
– che gli organi collegiali di governo dell’Ateneo si impegnino a rappresentare le suddette
richieste nelle competenti sedi ministeriali e parlamentari, affinché le prossime versioni del
DdL recepiscano quanto richiesto nei punti precedenti, in modo da non vanificare le legittime
aspettative dei ricercatori a tempo indeterminato.
Catania, 4 giugno 2010