CRUI, PD, Mussi e i precari

04 dicembre 2007 – ANDU

Gli onn. Tocci e Ghizzoni del PD “chiedono la modifica della Finanziaria, specificando che oltre ai collaboratori dei partiti dalla stabilizzazione tout court sia escluso ‘il personale a contratto che svolge compiti di insegnamento, di ricerca e di collaborazione nelle universita’ e negli enti pubblici di ricerca’.

Il loro emendamento e’ stato depositato in Commissione Bilancio dove attualmente e’ in corso l’esame del ddl. Dopodomani (nel pomeriggio di oggi, 3 dicembre 2007, ndr) il voto.”

Questo si legge nell’articolo “I rettori: ‘Per trentamila precari sanatoria occulta in Finanziaria’”, sul Messaggero dell’1 dicembre 2007 (nota 1).

Nello stesso articolo si legge che la CRUI e’ “sul piede di guerra” contro la stabilizzazione dei precari universitari, come si evince dalla mozione approvata il 22 novembre 2007 dall’Assemblea della stessa CRUI (nota 2).

Secondo la CRUI le norme contenute nell’attuale testo della Finanzia 2008 che rendono possibile stabilizzare i precari dell’Universita’ presentano “gravi profili di illegittimita’ nel momento in cui ledono l’autonomia universitaria costituzionalmente garantita”. Nella mozione della CRUI e’ scritto anche che il “personale in regime di co.co.co” “viene selezionato non per esigenze di carattere strutturale ma per esigenze che si esauriscono nell’ambito del singolo progetto di ricerca.” La mozione della CRUI si conclude cosi’: “La CRUI fa appello al Governo e ai Gruppi parlamentari perche’ siano introdotte nel passaggio del ddl Finanziaria alla Camera, le indispensabili modifiche. Qualora le istanze qui presentate non dovessero trovare accoglimento, la CRUI prendera’ in considerazione ogni eventuale passo formale volto a difendere l’autonomia del sistema universitario.”

Sulla questione e’ intervenuto oggi anche il ministro Fabio Mussi con una lettera al Messaggero (nota 3). Mussi scrive che la norma della Finanziaria che prevederebbe la stabilizzazione dei precari “non e’ applicabile alle Universita’” e che “in ogni caso al fine di evitare qualsiasi equivoco e’ gia’ stato presentato un apposito emendamento alla Commissione Bilancio della Camera”.

Insomma, sostiene il Ministro, tanto rumore per nulla: si sono sbagliati la CRUI, gli onn. Tocci e Ghizzoni e gli stessi precari (per le loro posizioni v. nota 4).

Ma allora, come sottolinea il Messaggero, se la norma “non riguardava gli atenei, perche’ presentare l’emendamento d’iniziativa del governo per escluderli?” Prima di entrare nel merito della questione, non possiamo non osservare che la stessa CRUI continua a tacere sul tentativo (ancora non del tutto sventato) di ledere gravissimamente “l’autonomia universitaria costituzionalmente garantita”, operato con l’approvazione alla Camera, con il sostegno del sottosegretario Luciano Modica, dell’emendamento “Tocci e altri”.

Tale norma assegna all’ANVUR la valutazione dei singoli ricercatori universitari dopo tre anni dal loro reclutamento. Contro questa inaudita iniziativa si sono espresse il CUN e tutte le Organizzazioni della docenza, eccetto l’USPUR che l’ha invece condivisa. Nel merito. E’ noto a tutti che nell’Universita’ operano docenti-ricercatori precari in numero superiore al personale strutturato. E’ altrettanto noto a tutti che lo stato di precarieta’ nuoce fortemente non solo alla vita dei diretti interessati, ma anche alla qualita’ delle attivita’ di ricerca e didattica, come riconosciuto nella “Carta europea dei ricercatori” e nel “Codice di condotta per la loro assunzione”, che nel luglio 2005 i Rettori italiani “hanno adottato formalmente, per primi in Europa”, come si legge nel sito della CRUI (nota 5).

In concreto pero’ il precariato negli Atenei e’ cresciuto sempre piu’, utilizzando a questo scopo proprio quell’autonomia che la CRUI dice ora di volere difendere contro la stabilizzazione dei precari, senza avanzare alcuna proposta per risolvere questa intollerabile situazione.

Da anni l’ANDU ha elaborato una precisa proposta per risolvere definitivamente la questione del precariato universitario. Questa proposta e’ stata presenta il 26 novembre 2007 alla Commissione Cultura della Camera in occasione dell’esame della Finanziaria 2008.

Ecco quanto abbiamo consegnato per iscritto alla Commissione: “Vogliamo, in particolare, rimarcare come ancora una volta venga completamente disattesa la questione urgente e intollerabile del precariato nell’Universita’. Ormai da anni chiediamo – inascoltati – il bando, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di almeno 20.000 posti di terza fascia, con la cancellazione dell’attuale giungla di figure precarie, prevedendo un periodo pre-ruolo MASSIMO (senza alcuna possibilita’ di rinnovo!) di 3 anni in un’unica figura definita da una legge che stabilisca adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternita’, ferie, contributi pensionistici) e liberta’ di ricerca, con un numero di posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza. Le commissioni per accedere in questa figura devono essere nazionali e composte di soli ordinari tutti sorteggiati, escludendo gli appartenenti all’Ateneo che ha bandito i posti.”

Nota 1. Per leggere l’articolo di Anna Maria Sersale “I rettori: ‘Per trentamila precari sanatoria occulta in Finanziaria’”, sul Messaggero dell’1.12.07: http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/07-12/071201/gedgt.tif
– Nota 2. Per leggere la “Mozione approvata dall’assemblea generale della CRUI” il 22.11.07: http://www.crui.it//link/?ID=4497
– Nota 3. Per leggere la lettera del ministro Fabio Mussi sul Messaggero del 3.11.07: http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/07-12/071203/gew74.tif
– Nota 4. Per leggere il documento “I precari dell’universita’ e la conferenza dei rettori”: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=14306&sez=HOME_MAIL – Nota 5. Per il testo della “Dichiarazione di impegno delle universita’ italiane all’attuazione della carta europea dei ricercatori e di un codice di condotta” del 7.7.05: http://www.crui.it/link/?ID=2215

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